Stavo lavando i piatti e mi sono rovesciata addosso l’equivalente di un affluente del Po. Ho racconto acqua per cinque minuti continuati e mentre lo facevo il pensiero è stato: l’acqua va ovunque, non le interessa che sta facendo danni o che ti fa perdere tempo o che tu sia lì a rincorrerla. Va ovunque e si annida anche in angoletti momentanei per poi invadere lo spazio accanto.
Allora mi sono ricordata di una frase che avevo letto qualche tempo fa e che rappresenta esattamente quello che vorrei essere nella vita
“L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l’acqua” (Margaret Atwood)
Vorrei essere acqua perché non oppone resistenza, accetta che ci sia un ostacolo e nell’accettare può cambiare direzione e adattarsi: non cambierà il contesto perché l’ostacolo rimane ma l’acqua lo aggira.
Un po’ come le persone: accettando possiamo cambiare la traiettoria della nostra prospettiva di vita.
“Sì, Rossella, ma non sono acqua”, dirai tu.
Allora ti faccio una domanda perché è con le domande che si cambia e si migliora se stessi: cosa succede se non accetti qualcosa?
Te lo dico io ma tu pensaci: rimani bloccato, sei infelice e non vedi l’opportunità che hai davanti agli occhi. Non confondere la realtà con la tua reazione, è chiaro che ognuno di noi legge le situazioni in base a esperienze, aspettative, emozioni già vissute ma puoi cambiare il tuo punto di vista e cercare soluzioni nuove. In qualsiasi momento.
Inizia ora o subito dopo aver finito di lavare i piatti ;)
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