Cambiare è accettare, è adattarsi, è trovare nuove risorse o vedere gli ostacoli in maniera stimolante. Dire a voce alta o scrivere nero su bianco la parola “diventare” vuol dire accettare l’esigenza di cambiamento che si ha.
“Il cambiamento non è mai doloroso. Solo la resistenza al cambiamento lo è”, dovremmo, quindi, accettare cosa ci accade, dentro e fuori da noi stessi.
Cambiare vuol dire diventare diversi, trasformarsi. Questo può dipendere da una forza scatenante esterna – magari un evento - o può essere un’azione volontaria che decidiamo di compiere per scelta.
Il greco ci dice che la parola cambiamento deriva da “kambein”, ossia curvare, piegare, girare intorno. La connotazione della parola fa l’occhiolino all’adattamento e diventa la possibilità di “aggirare” un ostacolo (girare intorno)
Quasi come se l’ostacolo si facesse risorsa per mostrare una strada diversa.
Mi sta succedendo ora e mi è successo molte altre volte, se ci penso.
E tu? Forse hai vissuto il cambiamento come causa di forza maggiore ma sono sicura che tu ti sia accorto di quello che ti stava succedendo, quindi ti chiedo: fino ad oggi quante volte sei cambiato? Cosa sei diventato? Quali risorse hai messo in campo?
E aggiungo: cosa diventerai?
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